lunedì 31 marzo 2014

Secondo contest DOLCI |

Ciao cookers!
Con questa ricetta partecipo al Secondo contest DOLCI | .
Potete votare la mia ricetta cliccando qui.




Questa volta il tema del contest sono i dolci: visto che ci avvicianiamo a Pasqua la mia ricetta sarà... Uova di cioccolato alla violetta.
No, non sono le classiche uova di cioccolato, queste sono davvero particolari: un assaggio di dolcezza per la fine di un pasto, o per rallegrarvi in qualsiasi momento della giornata; sono ideali anche per i bimbi. Vediamo insieme come farle!

INGREDIENTI (dosi per 2 persone)
  • 2 uova fresche
  • 50g di cioccolato fondente alla violetta
  • 1 cucchiaio di panna fresca
PROCEDIMENTO
Lavate le uova. Nell'estremità più stetta praticate un'apertura come se fossero alla coque facendo attenzione a non far cadere l'albume. Con un separatore di tuorli, separate l'albume (i tuorli non buttateli, ma piuttosto riutilizzateli per un'altra ricetta: io ho fatto una frittata di asparagi). Lavate bene le vuova e sgocciolatele. Montate i tuorli a neve.
Fate sciogliere a bagno maria il cioccolato assieme alla panna; fate rafreddare e incorporate con gli albumi montati a neve, mescolando dal basso verso l'alto. Con un cucchiaino distribuite la mousse all'interno delle uova; fate raffreddare in frigo per almeno 15 minuti prima di servire. Buon appetito!

CONSIGLIO
Se non vi piace il cioccolato aromatizzato, potete usare quello fondente; io vi consiglio anche quello al peperoncino. Questa ricetta è ottima anche per riutilizzare il cioccolato avanzato dalle uova di Pasqua.

Ogni uovo vale 2 punti.

Questo dessert è da provare!

Fatemi sapere cosa ne pensate, e che tipo di cioccolato avete usato.

:*

Quinoa

Ciao cookers!
Ultimamente quando vado nel reparto bio del supermercato, l'occhio mi cade sulle confezioni di QUINOA, allora ho pensato di fare qualche ricerca e parlarvene. 

La quinoa viene coltivata sulle Ande poichè non riesce a crescere bene in climi diversi, e per gli Incas aveva un significato sacro in quanto per loro rappresentava la madre di tutti i semi.  Il 2013 è l'anno della quinoa, in onore ai popoli andini che hanno preservato nel tempo la coltivazione di questa pianta.

Questa pianta appartiene alla famiglia degli spinaci e delle barbabietole, ma è comunque classificata come cereale dal punto di vista alimentare: i semi della pianta macinati producono una farina ricca di amido, per questo motivo è classificata come cereale, anche se si distingue da questi per l'assenza di glutine e il contenuto di proteine più alto. Esistono tre varietà di quinoa: rossa, gialla, nera.

La quinoa contiene proteine vegetali, fibre, sali minerali(fosforo, magnesio, ferro, zinco). Le vitamine C ed E proteggono il sistema cardiocircolatorio; promuove la guarigione delle lesioni della pelle. Prima di essere consumata deve essere lavata poichè ci sono trecce di saponine sui suoi chicchi, che in Sudamerica vengono utilizzate per pulire il bucato.

Nonostante su 100g il 6% della quinoa sia composto da grassi, non fa ingrassare perchè sono grassi insaturi. 

100g di quinoa valgono 7 punti; non riesco a quantificare perchè non ho mai provato ricette con questo alimento, ma rimedierò al più presto (infatti ne ho appena comprato un pacco)!
Voi l'avete mai provato? Avete qualche suggerimento? Fatemi sapere la vostra esperienza!

:*

domenica 30 marzo 2014

Gli Asparagi

Ciao cookers!
Oggi parliamo di una verdura di stagione: gli asparagi!

Lo sapevate che esiste l'asparagiera, una pentola stretta e lunga, adatta a cucinare gli asparagi?
Degli asparagi non si butta via niente, neanche se la ricetta richiede di usare solo per punte, poichè con i gambi bolliti e frullati si può ottenere una crema di accompagnamento.

Nonostante esistano diversi tipi di asparagi, tutti si sposano bene con le uova: gli asparagi violetti e blu con il loro gusto amarognolo sono perfetti con la salsa olandese, a base di uova e burro, gli asparagi bianchi (l'assenza di colore è dovuta al fatto che sono coltivati sotto terra) hanno un sapore delicato e sono ottimi serviti col tuorlo d'uovo, gli asparagi verdi hanno un gusto deciso e si preparano più frequentemente con burro, grana e uova, gli asparagi selvatici sono i più versatili in quanto si usano per frittate, risotti, e primi piatti in generale.
La composizione chimica è pressocchè la stessa per ogni specie. 

2000 anni fa gli asparagi venivano coltivati soprattutto in Egitto e in Asia minore, e gli Antichi Romani ne erano talmente ghiotti che avevano istituito delle navi apposite per andarli a cogliere.
Oggi l'Italia è uno dei maggiori produttori di asparagi, quindi scegliere queste fantastiche verdure primaverili significa anche promuovere alimenti locali.

Gli asparagi contengono molte fibre e vitamina C (in 100g di asparagi c'è un terzo del fabbisogno giornaliero dei questa vitamina), A e B, sali minerali, e acido folico. Tra i sali minerali degni di nota c'è il cromo, che aumenta la capacità dell'insulina di trasportare il glucosio verso le cellule del nostro organismo. L'acido folico associato con la vitamina B12 aiuta a contrastare il declino cognitivo. A meno che non si soffra di disturbi renali, mangiare gli asparagi aiuta a drenare i liquidi in eccesso grazie alle loro proprietà diuretiche: l'asparagina aiuta a espellere il sodio in eccesso nell'organismo. Grazie alla presenza del potassio, il consumo di asparagi è consigliato per prevenire le malattie cardiovascolari. La loro azione antintossicante e diuretica aiuta anche contro la depressione! Sono anche ricchi di antiossidanti e sono considerati un antiinfiammatorio naturale.

Gli asparagi freschi sono molto duri, quindi non si piegano, e hanno un colore acceso.

Essendo una verdura, i punti degli asparagi sono 0.
Allora cookers, eravate a conoscenza di tutte queste proprietà degli asparagi? Vorrei sottolineare il fatto che l'Italia è uno dei principali produttori di asparagi: noi piemontesi dovremmo sapere che Santena è la città degli asparagi, quindi perchè non approfittare di questa comodità considerando anche i benefici che porta consumare questa verdura?

:*




sabato 29 marzo 2014

Sushi homemade

Ciao cookers!
Finalmente è arrivato il week end, e cosa c'è di meglio per festeggiare se non preparare una cena a base di sushi? Non è difficile come sembra, anche se ci vuole sicuramente tanto tempo e pazienza, ma potrete passare un pomeriggio divertente insieme al partner o agli amici. Tiratevi su le maniche e iniziamo!

Avere gli strumenti giusti è essenziale, perchè il sushi non è solo un buonissimo pasto ma anche un'arte; i vostri maki non saranno sicuramente perfetti la prima volta che li fate, però è bene comunque seguire un certo rigore nella realizzazione.

Per quanto riguarda la spesa l'unica regola che dovete seguire è comprare ingredienti che si possano tagliare a listarelle: zucchine, carote, peperoni, tranci di pesce,.... Il perchè lo scoprirete presto! Non basatevi solo sugli ingredienti che sto per elencarvi, ma date libero sfogo alla vostra fantasia.

INGREDIENTI (dosi per 2-4 persone)
  • 450g di riso originario
  • 6 fogli di alghe nori 
  • 450 cc di acqua
  • 70 ml di aceto di riso
  • 3 cucchiaini di sale
  • 4 cucchiai di zucchero
  • 5 cm di alga konbu (facoltativa)
  • 6 bastoncini di sashimi
  • 1 confezione di salmone affumicato
  • sesamo tostato qb
  • 1/4 di cipolla
  • 1 cucchiaio di maionese
  • 1 confezione di formaggio spalmabile
  • 160g di tonno al naturale sgocciolato
  • 1/2 peperone

PREPARAZIONE
Come anticipavo, la preparazione del sushi è un po' laboriosa, quindi cercherò di alleggerirla creando un elenco puntato da seguire step by step:
  1. Preparate il riso come vi ho anticipato in questo post e fate raffreddare senza l'aiuto del frigorifero. Ci potrebbe volere un po', quindi mentre aspettate iniziate a preparare gli ingredienti;
  2. Affettate il peperone a listarelle e posizionatelo su un piatto;
  3. Preparate il tonno in un piatto fondo: tagliate la cipolla a dadini e mettetela in un piatto, aggiungete il tonno sgocciolato e la maionese. Girate con una forchetta fino ad ottenere un composto abbastanza compatto;
  4. Tagliate i bastoncini di surimi a metà seguendo la lunghezza;
  5. Tagliate il salmone in modo da formare delle striscioline;
  6. Le alghe sono vendute in pacchi contenenti 5 o 10 fogli. Queste vanno tagliate a metà, quindi da ogni foglio si ricavano due alghe, e da ogni alga a sua volta si ricavano 8 pezzi di sushi;
  7. Mettete una boulle piena di acqua fredda vicino al piano di lavoro.
Preparati gli ingredienti e raffreddato il riso potete iniziare a creare i vostri maki: avrete bisogno di un tagliere in plastica, una tovaglietta di bambù e un buon coltello, largo, liscio e molto affilato.







USUMAKI
Posizionate l'alga con la parte più liscia sul tagliere. Inumiditevi le mani con l'acqua, e prendete un po' di riso. Questo maki è avvolto dall'alga quindi prendete poco riso in modo tale che non si rompa l'alga quando chiudete il maki. Stendete il riso su tutta la superficie dell'alga lasciando mezzo centimetro da uno dei due lati più lunghi. Una volta messo il riso, prendete uno o più ingredienti a piacere, ricordandovi di non esagerare per non rompere il roll che si formerà. Prendete delicatamente l'alga in mano e posizionate il tappetino sotto di essa. Arrotolate l'involtino lungo la parte più lunga facendo un po' di pressione. Quando l'involtino è pronto, tagliatelo in otto pezzi il più possibile di grandezza uguale.

URAMAKI
Posizionate l'alga con la parte più liscia sul tagliere. Inumiditevi le mani con l'acqua, e prendete un po' di riso. Stendete il riso su tutta la superficie dell'alga. Una volta messo il riso, prendete uno o più ingredienti a piacere, ricordandovi di non esagerare per chiudere facilmente il maki. Spargete un po' di sesamo nella parte centrale. Avvolgete il tappetino di bambù con della pellicola trasparente. Prendete delicatamente l'alga in mano e posizionate il tappetino sotto di essa, ma questa volta girate il roll in modo tale da mettere gli ingredienti direttamente sull'alga. Arrotolate l'involtino lungo la parte più lunga facendo un po' di pressione, e cercando infine di dare una forma quadrata al lato dove è stato rovesciato il sesamo. Quando l'involtino è pronto, tagliatelo in otto pezzi il più possibile di grandezza uguale.

TEMAKI
Posizionate l'alga con la parte più liscia sul tagliere. Inumiditevi le mani con l'acqua, e prendete un po' di riso. Stendete il riso su metà della superficie dell'alga. Una volta messo il riso, prendete uno o più ingredienti a piacere, ricordandovi di non esagerare per chiudere facilmente il maki. Inumiditevi nuovamente le mani e prendete l'alga in mano: chiudetela arrotolandola su se stessa e formando un cono.

NIGIRI
Se vi avanzano riso e ingredienti, ma non avete più alghe, inumiditevi le mani e prendete una pallina di riso. Modellata fino a ottenere una forma ovale ma piccola, e posizionatevi sopra un ingrediente, facendo un po' di pressione.



Per rendere l'atmosfera più particolare, arredate la tavola con piatti colorati tono su tono e tovagliette di carta per un effetto minimalista.


Il calcolo dei punti dipende ovviamente dagli ingredienti utilizzati, ma possiamo approssimare un valore di 3 punti ogni 4 pezzi di sushi così preparati o un cono intero; solitamente non si riescono a mangiare più di 20 pezzi ciascuno, per un totale di 15 punti.

Vi è venuta voglia di preparare una bella cenetta a tema? Proverete questa esperienza o preferite comunque un bel sushi bar?
Fatemi sapere le vostre esperienze!

:*




mercoledì 26 marzo 2014

Il mio pranzo

Ciao cookers!
Vi avevo già parlato della mia colazione, e oggi invece voglio parlarvi del mio pranzo.
Questo momento della giornata ha un ruolo molto importante per me, e non rinuncio mai a mettermi ai fornelli a meno di avere un impegno davvero importante. La sera generalmente sono stanca, quindi ho meno forza ed energia creativa  per preparare qualcosa degna di nota.
Il mio piatto di mezzogiorno per eccellenza è il risotto!
Intendo proprio qualsiasi tipo di risotto, anche se il mio preferito è quello alla curcuma, la cui ricetta è semplicissima perchè basta aggiungere un cucchiaino di questa spezia al risotto tradizionale. Se sono da sola ne mangio una porzione da 50g.
Al risotto segue generalmente una porzione di bresaola da 60g condita con il limone e un po' di pepe.
Per concludere un bel frutto di stagione, e se proprio ho voglia di dolce (e se c'è nel frigo) gusto uno yogurt magro al cocco o ai frutti di bosco.

Il pranzo completo con queste dosi vale 8 punti.

Bene cookers, vi ho descritto il mio pranzo tipico, anche se purtroppo non è il mio pasto quotidiano.
Cosa ne pensate? Voi cosa mangiate di solito a pranzo? Preferite abbuffarvi a cena? Fatemi sapere!

:*

martedì 25 marzo 2014

Riso tostato con Peperoni piccanti

Ciao cookers!
Anche con questa ricetta participo al "Non-contest di Ricette Calorie: si può partecipare al contest con quante ricette si vuole, e fortunatamente dure fino al 1 giugno (qui trovate il link al sito), quindi vedrete spesso delle ricette preparate a questo scopo. Vi ricordo che il tema è ricette light.
La ricetta di oggi si isipira alla cucina cinese. Spero vi incuriosisica!



INGREDIENTI (dosi per due persone)
  • 150g di riso basmati
  • 1/2 cipolla
  • 2 peperoni
  • 5 pomodorini
  • 1 cucchiaio di olio
  • sale qb
  • 20 g di ketchup piccante

PROCEDIMENTO
Lavate e pulite i peperoni eliminando la parte interna e la maggior parte dei semi, e tagliateli a listarelle. Pulite anche la cipolla e tagliatela a pezzi piuttosto grossi. Fate scaldare una padella antiaderente e buttateci i peperoni e la cipolla, lasciandoli rosolare a fuoco medio. Aggiungete dopo alcuni minuti i pomodorini precedentemente lavati, e spruzzate il ketchup piccante in base al gradimento. Il ketchup potrebbe sembrare un inggrediente strano per una ricetta light, invece è coerente perchè è una salsa povera di grassi, e nel nostro caso conferisce la nota piccante e agrodolce al piatto. Girate con un cucchiaio di legno, lasciate cucinare a fuoco lento.
In una pentola fate scaldare l'olio, e buttate il riso. Lasciatelo tostare per 2 minuti, poi aggiungete un bicchiere colmo di acqua a poco a poco. Quando l'acqua si è consumata, buttate nella pentola i peperoni e il condimento. Continuate a cuocere il riso aggiungendo un solo altro bicchiere colmo di acqua a poco a poco. 
La consistenza del riso deve essere molto croccante ma non crudo, quindi assaggiate prima servire per capire se è il caso aggiungere ancora acqua. Quando il riso è di vostro gradimento, servite.

Vi lascio anche la tabella dei valori nutrizionali e la tabellina creata tramite il sito di Ricette Calorie.

Una porzione di questa ricetta vale 6,5 punti, mica male no?

Cari cookers, spero che questa ricetta vi piaccia. Cosa ne pensate della cucina orientale? Anche voi proverete a partecipare al contest?

:*

lunedì 24 marzo 2014

Erbe Spontanee

Ciao cookers!
Sapevate che il tarassaco, meglio conosciuto come dente di leone, può essere raccolto e consumato in insalata? 
Esistono molte erbe, che comunemente definiamo erbaccia e che troviamo nei prati e nei giardini, commestibili e che potremmo consumare durante i nostri pasti. Prima di elencarvele però vorrei indicarvi qualche regola da seguire, nel caso voleste fare una gita e raccogliere queste piantine per provare a cucinarle.
La prima cosa che mi sento di dirvi, sebbene sia la più ovvia, è di recarvi in un posto non inquinato e poco trafficato: le piante vanno comunque lavate, ma se crescono in un terreno inquinato sono nocive per la nostra salute. Ricordatevi che non tutte le piante sono commestibili, quindi se non siete sicuri del riconoscimento lasciate stare. Portatevi dei guanti  e indossateli se dovete raccogliere piante urticanti o con spine. Lasciate spazio alla biodiversità: non raccogliete le piantine appena nate, ma piuttosto quelle più grandi e mature, cosicché la specie possa rigenerarsi e continuare a prosperare; altresì non fate piazza pulita, quindi non raccogliete tutte le piante ma lasciatene alcune. Se vi servono solo i fiori o le foglie di una pianta, staccate solo quelli, senza sradicare la pianta.

Passiamo all'elenco delle piante che trovate più comunemente nei prati, e che potete utilizzare anche in cucina:
 Questa è la tabella che ho creato per voi! Spero vi sia utile e facile da consultare qualora ne abbiate bisogno!
Avete mai utilizzato qualcuno di questi ingredienti? Vi incuriosisce l'idea di andare per prati a raccogliere le piante per poi consumarle, o la cosa non vi alletta più di tanto?
Fatemi sapere cosa ne pensate, e ricordatevi che il valore di queste piante è 0 punti.

domenica 23 marzo 2014

Po-po-pooo-POLLO

Ciao cookers!
Nelle mie ricette avrete sicuramente notato che il pollo appare più di una volta, quindi mi sembra arrivato il momento di parlarvene  meglio. 
Il pollo domestico, quello che siamo abituati a vedere nei pollai, deriva da specie selvatiche di origine Indiana. 
La vita del pollo è scandita da diversi step, ai quali è attribuito un nome specifico: pulcino ( animale di 3-4 meso e 600g di peso), pollo da grano (circa 1kg), pollo o pollastra (circa 1,5kg), galletto (maschio di crica 6 mesi), gallo ruspante (dai 6 ai 10 mesi), cappone (maschio castrato da 2,5kg).
I polli sono onnivori, infatti mangiano semi e grano, ma anche lombrichi e vermi che trovano nel terreno. Le galline destinate a deporre uova, ne depongono fino a 300 all'anno: pensate che alcune galline prelevano le uova da altri nidi per spostarle nel loro.
Come tutte le carni bianche, anche quella di pollo ha un bassissimo contenuto di grassi ma un'elevata percentuale di proteine, che contribuiscono alla rigenerazione dei tessuti e alla formazione di enzimi. Il grasso del pollo è concentrato nella pelle, quindi è facile eliminarlo; la sua carne ha poco tessuto connettivo, quindi è facilmente digeribile.
La sua carne è molto tenera grazie alla forma delle fibre muscolari, e l'elevata percentuale di ferro fa si che questo alimento sia adatto per i bambini, che devono crescere.
Esistono allevamenti di galline ovaioli e allevamenti di polli da carne. 
Le galline ovaiole vengono allevate generalmente in gabbia o a terra (mediante l'uso di capannoni). L'allevamento biologico si svolge all'aperto ma solo con galline rustiche (provenienti da allevamenti biologici): non ci devono essere più di 6 animali per metro quadro. Gli allevamenti all'aperto presentano lo svantaggio di una minore produzione di uova e aumento di malattie e parassiti, ma hanno il vantaggio di garantire più spazio vitale alle galline.
I polli da carne sono invece generalmente allevati in capannoni dalla capacità di 30-35kg al metro quadro. Esistono gli allevamenti intensivi, nei quali i pulcini divisi per sesso vengono messi all'ingrasso fino a quando raggiungono i chili prestabiliti per la macellazione. 
60g di carne di pollo valgono 2 punti.

Arriva però la nota dolente: gli antibiotici.
Negli allevamenti intensivi le condizioni sono talmente brutali che gli animali non riuscirebbero a sopravvivere senza l'aiuto di farmaci: spesso i capannoni sono sovraffollati, e gli allevatori intensificano la produzione alternando 24 ore di luce a 8 di buio, quindi gli animali sono sottoposti a uno stress non indifferente. Gli antibiotici vengono anche utilizzati per prevenire le malattie che potrebbero contrarre gli animali in quelle condizioni: un abuso però di questi medicinali, per altro vietato dalle norme della Comunità Europea, ha portato allo sviluppo di ceppi di batteri immuni dagli antibiotici. L'84% delle carni di pollo che finiscono sul nostro tavolo presentano batteri immuni agli antibiotici. 
La scelta è nostra: curiamoci maggiormente di ciò che mangiamo, verifichiamo che ciò che mettiamo in tavola abbia delle origini sicure. Questi non sono solo problemi degli ambientalisti, sono anche i nostri. Continuare a produrre carne a questi ritmi, inibendo i controlli, danneggia la nostra salute: anche se più cara, non sarebbe meglio scegliere carne proveniente da allevamenti all'aperto, piuttosto che richiare di avere degli squilibri ormonali (perché è a questo che porta l'assunzione di antibiotici e sostanze dopanti)?!
Cookers, come al solito spero di avervi dato dei validi spunti di riflessione. 
Cosa ne pensate? Fate caso all'origine degli alimenti che comprate?

:*


sabato 22 marzo 2014

La famiglia Salmonidae

Ciao cookers!
Oggi voglio parlavi di un pesce speciale: il SALMONE. 
In realtà con il termine salmone si intendono tutti i pesci appartenenti alla famiglia dei Salmonidae, che racchiude al suo interno 11 generi e 66 specie. Ricordo in particolare tre categorie: nell'Oceano Pacifico troviamo salmoni di  cinque specie del genere Oncorhynchus, nell'Oceano Altlantico è prenominante la specie del Salmo salar, e le altre specie sono comunemente chiamati trote.

Putroppo devo segnalarvi una nota dolente: Greenpeace annovera le specie di salmone fra quelle a rischio estinzione a causa della pesca intensiva e i metodi di allevamento dannosi. Uno dei metodi di pesca che si sta sviluppando rapidamente in questi ultimi anni è l'acquacoltura (produzione di organismi acquatici in regioni circoscritte e controllate dall'uomo). Una cosa che mi ha molto colpita facendo alcune ricerche per scrivere il post è scoprire che gli allevamenti scozzesi di salmone producono lo stesso materiale fecale degli abitanti di Edimburgo! Questo dato deve però farci riflettere sul fatto che in ambiente marino le deiezioni portano al proliferare di alghe che possono essere nocive per i pesci. La risposta dei coltivatori di pesci all'ecosistema così compromesso è semlicemente di spostarlo altrove, creando ovviamente lo stesso danno. Mi chiedo: cosa succederà quando lo spazio a loro disposizione finirà? Oltretutto, il salmone è un pece carnivoro e vorace, e per produrne un chilo ci vogliono dai 2,5 ai 5 kg di aringhe e sardine per sfamarlo; non si può dire che il salmone sia un pesce sostenibile.
Mi sembra doveroso raccontarvi questa metodologia di allevamento sì per sensibilizzarvi al tema del rispetto dell'ambiente, ma anche per mettervi in guardia sul fatto che qualsiasi carne prodotta da allevamento è sottoposta ad antibiotici e ormoni, nocivi per il consumatore.

Dopo questo excursus sul metodo di allevamento del salmone, veniamo alle sue proprietà.
Il salmone è un pesce ricco di omega3 che, come abbiamo già visto, contribuiscono ad abbassare il livello di colesterolo nel sangue e a regolare il sistema cardiovascolare, e sembrerebbe che svolgano anche un ruolo antidepressivo e anti invecchiamento. Il salmone è anche ricco di vitamina D, che favorisce l'assunzione di calcio, e previene  e combatte l'osteoporosi.

Tocca al calcolo dei punti! Grazie a tutte le proprietà del salmone e in virtù del fatto che è ricco di omega3, 60g di salmone valgono 3,5 punti.

Cari cookers, vi confesso che mi sono meravigliata mentre facevo la ricerca per questo post: non credevo che il 90% del salmone presente nei supermercati fosse di allevamento, e che anche quando leggiamo proveniente dall'Alaska dobbiamo rassegnarci al fatto che il loro vero salmone si sia estinto, e pure loro sono costretti all'allevamento; non pensavo neanche che le tecniche di acquacoltura fossero così brutali e nocive per l'ambiente. Con l'amaro in bocca quindi vi chiedo: non sarebbe forse meglio rinunciare all'acquisto di questo prodotto (ormai demodè tra l'altro), e arricchire la nostra dieta con altro pesce azzurro più sostenibile? Fatemi sapere cosa ne pensate!

:* 

P.S.: Vorrei lasciarvi una guida ai consumi ittici direttamente tratta dal sito di Greenpaece. All'interno della guida trovate una ventina di pagine che non vogliono essere un monito a non consumare più pesce, bensì sono informazioni su come sfruttare al meglio le nostre risorse. Credo che l'INFORMAZIONE e la LIBERTA' DI SCELTA siano dei principi che dovrebbero stare alla base di ogni società: non hanno senso di essere l'uno senza l'altro, ma purtroppo spesso ci si accontenta di uno dei due. Ricordatevi però che questi sono nostri diritti: chiedere al pescivendolo da dove vengono i suoi prodotti non è sintomo di maleducazione o non fiducia, ma di buon senso.

venerdì 21 marzo 2014

Pollo alle cipolle

Ciao cookers!
Con questa ricetta partecipo al "Non-contest di Ricette Calorie", e qui potete trovare il regolamento, qualora decideste di partecipare anche voi; la scadenza è fissata al 1 giugno.
Il mio blog ha molte cose in comunque con RC, infatti mira a un'alimentazione sana e gustosa.
Il tema proposto è ricette light, quindi proprio il mio regno.
Ho voluto cogliere due piccioni con una fava partecipando al contest ma anche lasciandovi una ricetta diversa, infatti oltre ai valori nutrizionali, troverete anche il conteggio dei punti per rimanere coerenti con la nostra dieta.
Veniamo dunque alla ricetta

INGREDIENTI (dosi per una persona)
  • 80g di petto di pollo
  • 20g di cipolla
  • 5g di aceto balsamico
  • 0,5g di curcuma
  • 10g di farina
PREPARAZIONE
Tagliate la cipolla grossolanamente. Mischiate la curcuma e la farina, e massaggiate il petto di pollo. Mettete una padella antiaderente a riscaldare, quando vi sembra calda buttate le cipolle e allungate con poca acqua. Quando iniziano a dorare aggiungete il pollo, e giratelo continuamente fino a farlo dorare. Per non farlo bruciare, ma continuare a cuocerlo, se vi sembra di averne bisogno aggiungete un dito di acqua. Poco prima di spegnere la fiamma, sfumate con l'aceto balsamico, coprite con un coperchio e spegnete il fuoco.
Servite e gustatevi questa bontà!

Come promesso, eccovi i punti e la tabella con le GDA: per questa porzione i punti del pollo alle cipolle sono 4 punti.

 

A questo contest si può partecipare con diverse ricette, quindi magari ne pubblicherò qualche altra con questo format.
Intanto spero che questa ricetta vi sia piaciuta; fatemi sapere se la replicherete e se anche voi parteciperete al contest!

:*

mercoledì 19 marzo 2014

Primo Contest | Cooking And Recipes

Ciao Cookers!
Sorpresa! Sono davvero molto emozionata perchè sto per partecipare al mio primo
contest. Andando su altri blog, mi sono resa conto di essere entrata a
far parte della categoria di food blogger, e che esistono davvero
tanti concorsi e contest molto carini e divertenti a cui partecipare, e
ho deciso di accettare e affrontare questa mia prima sfida.
Trovate tutte le info qui: Primo Contest | Cooking And Recipes.
Ora però passiamo alla ricetta. Siccome il tema di questo contest è primi piatti, ho pensato di fare una  VELLUTATA ALLA ZUCCHINE CON CREME FRAICHE, che potete votare cliccando qui.

INGREDIENTI (dosi per 2-3 porzioni)
  • 5 zucchine scure
  • 1/2 cipolla
  • succo di limone qb
  • 50ml di panna
  • 1 uovo
  • sale qb

PREPARAZIONE
Mettete una pentola con acqua a bollire. Lavate e pulite le zucchine e le cipolle, tagliatele a pezzi e buttatele nell'acqua calda, salate e attendete che si cucinino. Più i pezzi sono piccoli, prima saranno cotte. Intanto preparate la creme fraiche: utilizzando un robot da cucina, montate la panna insieme al succo di mezzo limone e un pizzico di sale. Lasciate riposare in frigo.
Quando le verdure saranno cotte, frullatele aggiungendo un cucchiaio di olio e un uovo. Impiattate formando una quenelle con la panna.



Una porzione di vellutata vale 5 punti.

Sfortunatamente, sono un po' in ritardo nei confronti del contest, ma mi sono davvero davvero divertita (era la prima volta che usavo un robot da cucina!). 

Voi cosa ne pensate di questa ricetta? Fatemi sapere le vostre opinioni.

:*

Sushi Meshi

Ciao cookers!
Tra qualche giorno festeggerò il compleanno di una mia amica preparando il sushi coi trucchi che ho imparato  durante il corso di cucina. Voglio condividere con voi la ricetta in modo tale che se voleste organizzare anche voi una cenetta potrete farlo: la parte più difficile per creare il sushi è proprio la cottura del riso.
Alla base di un buon sushi c'è un riso di buona qualità. Il riso giapponese è cotto con lo stesso procedimento che vi ho già illustrato nell'altro post, e poi viene condito con una miscela a base di aceto di riso; ogni sushi bar ha una sua ricetta segreta per questo condimento.
Iniziamo!

INGREDIENTI (dosi per 4 persone)
  • 450 g di riso giapponese
  • 450 cc di acqua
  • 70 ml di aceto di riso
  • 3 cucchiaini di sale
  • 4 cucchiai di zucchero
  • 5 cm di alga konbu

PREPARAZIONE
Cuocete il riso come vi ho già illustrato nel post del meshi, ma aggiungendo l'alga konbu nella pentola. Una volta cotto, versare il riso in un contenitore mentre è ancora caldo. Preparate la salsa con aceto, sale e zucchero fino a fare sciogliere completamente i cristalli di sale e zucchero nell'aceto; versatela nel riso e iniziate a mescolare delicatamente con un cucchiaio di legno senza schiacciare i chicchi. Il riso va raffreddato il più velocemente possibile, senza l'ausilio del frigorifero, quindi tentate di arieggiare il riso con un ventaglio. Una volta che il riso e il condimento sono amalgamati, bisognerà tenere il riso a temperatura ambiente, e se non si utilizza subito và coperto con un canovaccio umido.

Il contenitore con cui tradizionalmente si condisce il riso di chiama han-giri, ed è fatto con legno di cipresso giapponese; lo stesso legno si usa in Giappone per fare vasche da bagno o armadi.

I punti vi verranno suggeriti nei posts delle singole ricette dei tipi di sushi.

Che ve ne pare? Il procedimento di raffreddamento è laborioso, ma il risultato è incredibile. Fatemi sapere i vostri risultati.

:*


martedì 18 marzo 2014

Sashimi

Ciao cookers!
Avendo introdotto il sushi, non si può non parlare di sashimi (pesce crudo). 
Il sashimi è una combinazione di pezzi di pesce freschissimo, presentata egregiamente su un piatto speciale o su un vassoio di legno che si può consumare nelle Sushi Ya (di cui vi ho parlato in questo post).
Per i giapponesi in alcuni casi il modo migliore di cuocere il pesce è non cuocerlo affatto, e il sashimi è l'esempio perfetto di questa loro convinzione.
Il sashimi è considerato l'antipasto perfetto, ed è servito con salsa di soia, wasabi, alghe, e  zenzero, condimenti scelti per affinare la presentazione e anche per le loro proprietà digestive.

Il sashimi teishoku è il piatto principale di un pasto: teishoku significa pasto completo, quindi viene servito con una zuppa, riso bianco, e sottaceti, il tutto da accompagnare con il sakè, birra, o te verde.

lunedì 17 marzo 2014

Consumare in sicurezza il pesce crudo

Ciao cookers!
Ho deciso di dedicare un post alla sicurezza alimentare, tema che sta a cuore a ognuno di noi, soprattutto quando ciò che consumiamo può portare a gravi conseguenze. Durante il mio corso di cucina (esperienza che trovate descritta qui) abbiamo affrontato l'argomento assieme a uno chef professionista. 
Vi racconto quello che ho imparato e cosa ne penso.

Il problema che sta alla base del consumo del pesce è che esistono dei parassiti che possono contaminare il pesce, e ovviamente possono entrare a contatto con il consumatore se non opportunamente debellati, causando il rischio di attacco agli organi vitali. Il più famigerato tra questi è sicuramente l'ANISAKIS, parassita a forma di vermicello che colpisce solitamente il pesce azzurro di piccole dimensioni. Per contrastarlo la legge italiana ha stabilito nel 1992 che i tagli di pesce da destinare al consumo crudo devono necessariamente essere refrigerati per 24h a una temperatura di -20°C.
Il metodo migliore per uccidere il parassita è la cottura (anche parziale) del pesce, ma se si vuole consumare crudo esistono degli antibatterici naturali che riducono la carica batterica del pesce crudo: alcune ricerche effettuate da chef giapponesi hanno dimostrato che la carica batterica del pesce diminuisce nel corso delle prime 24h in contatto con riso condito e wasabi. Dato però che ogni pesce è soggetto a una sua carica batterica, si sconsiglia il consumo di pesce crudo da parte di donne in gravidanza, anziani, e bambini.

Un altro metodo per sbarazzarsi di questo parassita è comprare il pesce fresco e sfilettarlo a casa: così facendo noterete subito la sua presenza, e vi basterà rimuoverlo per gustarvi in tranquillità il pesce.

Un altro consiglio, suggerito dallo chef del corso, è stato: "Masticate bene!". Può sembrare una battuta, ma pensandoci non è da sottovalutare.

Molti preferiscono non consumare sushi con pesce crudo per i pericoli che si nascondono dietro la non cottura, ma come vi ho già raccontato in questo post, gli amidi del riso, il sale, lo zucchero, l'aceto di riso, e il wasabi contribuiscono a debellare la carica batterica del pesce. Certo, se andate in un sushi bar sporco e scadente il discorso cambia, ma a quel punto l'anisakis sarebbe uno dei vostri ultimi problemi.

Esistono quindi molti modi per fuggire dal rischio pesce crudo, e per i più scettici farò comunque delle ricette di sushi con pesce cotto o scottato o addirittura con verdure,i in modo che nessuno di voi si perda il piacere di gustare questa specialità giapponese.

Voi cosa ne pensate? E' bene fidarsi? Quale tecnica preferireste per uccidere il terribile anisakis? Fatemi sapere.

:*


domenica 16 marzo 2014

Blogger we want you!

Ciao cookers!
Oggi il mio post sarà un po' diverso dal solito: voglio spiegarvi perché per me è così importante dare la mia opinione.

Sono un'amante della Libertà in tutte le sue sfaccettature, ma credo anche che senza una giusta Informazione saremo sempre schiavi.

Questi sono i principi che cerco di seguire ogni giorno nella vita quotidiana, e provo a convincere chi mi sta vicino a vivere con passione senza lasciare niente al caso. 
In questo blog vi parlo di cucina, e non cerco di raffazzonare qualche ricetta qui e là, bensì preferisco suggerirvi alcuni alimenti preferibili ad altri non solo per il gusto, ma anche per temi più importanti come la sostenibilità ambientale e il rispetto per le altre forme di vita, animali o piante che siano.
La cura del nostro corpo dipende anche dalla cura che abbiamo verso il prossimo: ci nascondiamo dietro alla convinzione che un errore di uno non influirà sul Pianeta, senza pensare al fatto che anche altri potrebbero fare i nostri sbagli, soprattutto in una società dove imitare è più comodo che inventare, e quindi il danno ha conseguenze esponenziali. 
Nel mio piccolo vorrei fare qualcosa per oppormi alla disinformazione e allo spreco, cercando di dare consigli per un'alimentazione sana e sostenibile, senza dimenticare di aggiungere un tocco di tendenza ( vi rimando alla pagina a cui mi ispiro) e di allegria per rendere il tutto più digeribile.

Credo fermamente che si possa fare la differenza, credo che se fossimo tutti più interessati al bene globale piuttosto che al nostro privato, se vivrebbe molto meglio. 
Avrò una visione utopistica del futuro, ma so che se ci impegneremo a rispettare l'ambiente e gli esseri che lo abitano ricaveremo solo dei benefici.

Spero di non avervi annoiato, ma piuttosto di avervi dato uno spunto su cui riflettere: non lasciatevi vivere dalla vita, ma piuttosto vivetela con passione e gusto!

:*


Riso bianco alla giapponese (MESHI)

Ciao cookers!
Mi sembra giunto il momento di parlarvi della prima ricetta giapponese che ho imparato al corso di cucina. Questa è una ricetta di base, quindi non spaventatevi: la cucina nipponica non è così noiosa e poco saporita.
Solitamente sono molto precisa nelle dosi, ma questa volta tengo particolarmente a raccontarvi per filo e per segno quello che hanno spiegato a me: non capita tutti i giorni che una chef professionista nata e cresciuta a Kyoto e che ha un ristorante sushi da generazioni ti spieghi a tu per tu il procedimento delle ricette tradizionali, no?

PROCEDIMENTO
Loro misurano il riso giapponese (quello a chicco tondo, ricordate?) con un contenitore quadrato in bambù che corrisponde a una tazza a grandi linee. Lei ci ha spiegato che si mette la stessa quantità di riso e la stessa acqua, così il riso si asciuga bene e non rimane bagnato né si scuoce.
Quindi si prendono tre cups di riso e si lavano in acqua fredda finché questa non diventa perfettamente limpida, poi si scola bene e si mette il riso nella pentola. Si misurano le stesse tre cups stavolta con acqua fredda, si aggiungono nella pentola, e si copre con un coperchio.

COTTURA
Mantenendo la pentola coperta, si porta a bollore a fiamma alta.
Una volta che il riso è arrivato a bollore, sempre con il coperchio, si abbassa la fiamma al minimo e si cronometrano 16 minuti.
Passati 16 minuti, rialzate la fiamma al massimo per 30 secondi, con il coperchio anche questa volta.
NON togliete mai il coperchio, neanche per controllare il bollore o fra un passaggio e l'altro!
Fate raffreddare a temperatura ambiente, mescolando con un cucchiaio di legno per fare arieggiare. Servite in una ciotola.

CONSIGLIO
Il ruolo di questo riso all'interno di un pasto giapponese è lo stesso che per noi ricopre il pane, quindi non confondetelo con una nostra portata principale, tipo il risotto. 
Se vi sembra un po' troppo scarno e basic, aggiungete dei semi di sesamo tostati, di buona qualità, e noterete subito la differenza di gusto.

DOSI E PUNTI
Avrei preferito lasciarvi le dosi così come me le ha insegnate la chef, ma non dimentico lo scopo di questo blog, cioè seguire una dieta efficace senza rinunciare al gusto e alla gioia del cibo. Per questo motivo vi elenco le dosi per una persona con relativi punti: 100 g di riso giapponese e 100 cc di acqua. Una porzione di meshi vale quindi 4 punti.


Bene cookers, spero che questa prima ricetta vi sia piaciuta. Non è troppo difficile da replicare, quindi imparatela bene perché ci servirà per poi preparare il sushi!

:*



venerdì 14 marzo 2014

Cucina nipponica: cosa tenere in dispensa

Ciao cookers!
Come vi ho anticipato nell'altro post, ora voglio raccontarvi nello specifico quali sono gli ingredienti tipici del Giappone, e quali sono le loro proprietà.
Partiamo subito!
  1. RISO GIAPPONESE (kome o shinode): la sua caratteristica principale è il chicco piccolo dalla forma rotondeggiante, ideale per preparare il sushi. Questo tipo di riso ha un elevato contenuto di amido, che gli conferisce la caratteristica della viscosità e gli permette di assorbire le proteine del pesce. Ricco di proteine e carboidrati, è privo di glutine, quindi adatto per chi è intollerante al frumento. Altri tipi di riso non sono adatti alla preparazione del sushi proprio perchè mancano di queste proprietà.
  2. FOGLIE DI ALGHE MARINE ESSICCATE (nori): ricche di fibre alimentari, vitamine, sali minerali, prevengono l'accumolo di colesterolo nelle arterie. Sono utilizzate per preparare i rolls di sushi, ma anche come guarnizione. La specie utilizzata per la preparazione di queste alghe è la Porphyra algae, lasciata essiccare su reti. Scegliete sempre alghe scure e a grana fitta, perchè più sono sottili e verdi e peggiore è la qualità. Si conservano al riparo dall'aria in un contenitore chiuso.
  3. WASABI (namida): rafano di colore verde, il cui nome significa lacrime. Infatti il suo sapore è estremamente piccante. Stimola la produzione di saliva e favorisce la digestione, è ricco di vitamina C e ha ottime proprietà antibatteriche e antiossidanti. Il consiglio è quello di acquistarlo in polvere e diluirlo con acqua quando lo si vuole consumare, poichè mantiente più a lungo il sapore e il profumo.
  4. SALSA DI SOYA (shoyu): preparata da fagioli fermentati, è ricca di proteine, magnesio, potassio e ferro, ed è il condimento più importante della cucina giapponese. Esiste la versione chiara, più salata, e quella scura. Fu introdotta in Giappone da monaci cinesi buddisti alla fine del VII secolo.
  5. ZENZERO (gari): antisettico naturale molto efficace, che favorisce la digestione e rafforza il sistema immunitario. Solitamente i giapponesi ne consumano una fettina per pulirsi la bocca dopo ogni boccone. Una volta aperto si conserva in frigo.
  6. ACETO DI RISO (su): tonifica l'organismo, riduce il rischio di ipertensione, favorisce la digestione, e ha grandi proprietà antibatteriche (infatti assieme al wasabi riduce la percentuale di batteri nel pesce crudo). Il suo colore è dorato chiaro, e ha un sapore e un profumo molto delicati. Può essere sostituito con aceto bianco o di mele per quanto riguarda il gusto, ma le sue proprietà antibatteriche e di conservante sono imbattibili.
  7. SEMI DI SESAMO (iri goma):  di colore bianco e nero, servono a guarnire gli uramaki. Per ravvivarne il sapore si possono tostare per uno o due minuti in padella, smuovendoli continuamente.
  8. MISO : pasta di soia fermentata. Viene usato nella preparazione di molti piatti perchè è un condimento molto ricco: un esempio emblematico è il misoshiru, zuppa di miso, che non manca mai a colazione o a cena nelle case giapponesi.
  9. TOFU : ricavato dalla cagliatura del latte di soia e poi pressato in blocchi. Si consuma fresco, fritto o cotto, ed è indispensabile in tutte le cucine orientali.
  10. ALGHE : se ne utilizza una grande varietà poichè contengono tante fibre alimentari e poche calorie. Le principali sono: wakame per zuppe e insalate, nori per il sushi, konbu per condire zuppe o verdure.
Gli ingredienti che ho elencato sono tutti reperibili nei supermecati più forniti, o direttamente nei negozi alimentari giapponesi.
Lo specifico dei punti lo troverete nelle ricette di sushi che metterò al più presto.
Spero sia stato un post interessante. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Vorreste cimentarvi nell'impresa di realizzare una cena giapponese a base di sushi?
:*

Sushi con japs!

Ciao cookers!
Finalmente sono tornata a scrivere sul blog, e ho un po' di cose da raccontarvi, come vi anticipavo sulla mia pagina facebook.
Ieri sera ho finalmente "aperto" il mio ultimo regalo di Natale: un corso di cucina giapponese presso l'accademia di cucina FoodLab. Questo corso era tenuto da due chef della catena di sushi restaurant japs!, davvero due maestri nella loro arte. 
Non è il primo corso che seguo all'accademia, e come al solito mi sono trovata benissimo: lo staff è molto cordiale e disponibile per chiarimenti e suggerimenti, si imparano sempre cose nuove, e questa volta hanno anche regalato ai partecipanti il tappetino di bambù per i roll.
Non poteva questo essere un regalo più azzeccato, perchè mi sto davvero appassionando alla cucina nipponica, e questo corso mi ha fatto scoprire alcune curiosità che voglio condividere con voi.
Il sushi ha un'origine antichissima, che risale al III secolo, quando i due caratteri cinesi che formavamo la parola sushi (pesce conservato e pesce fermentato nel riso e sale) comparvero per la prima volta in Giappone: il pesce conservato nel riso veniva inviato come contributo fiscale alla capitale, e questo primo tipo di sushi viene chiamato nare sushi.
Nel XVII secolo il governo istituì una struttura sociale e politica che indusse un incremento della produzione alimentare, con il conseguente aumento della coltivazione del riso. Pensate però che in quest'epoca il pesce per il sushi veniva bollito o marinato, e si diffusero due stili distinti di preparazione, il nigiri zushi a Tokyo e l'oshi zushi a Osaka.
Solo nei primi anni dell'Ottocento si diffuse la moda di consumare pesce crudo grazie a una venditore di pesce giapponese di Tokyo: inventò il primo nigiri appoggiando sopra a una pallina di riso aromatizzato una fettina di pesce crudo.
Esistono diverse modalità di presentazione del sushi, e quella più famosa è sicuramente è quella del makizushi, cioè riso e pesce avvolti da alghe essiccate (nori) e presentati a forma di cilindro o coni. Di questa categoria fanno parte gli hosomaki (rotoli di piccole dimensioni, con solo tipo di ripieno avvolto esternamente dalla nori), i futumaki (più grandi e con più tipi di ripieno all'interno),  i temaki (forma conica), e uramaki (il ripieno è avvolto dalla nori, che a sua volta è ricoperta da uno strato di riso, inventato recentemente per soddisfare meglio il palato di noi occidentali).

Esistono però altri tipi di sushi, come l'inarizushi, l'oshizushi, e il chirashizushi (se servito in ciotole).
Il sushi viene comunemente servito nelle Sushi Ya, piccoli ristoranti in cui si respira un'atmosfera di ospitalità e calore. Generalmente ci si siede al bancone, sia per indicare il tipo di sushi che si vuole consumare sia per vedere lo spettacolo che offre il sushiman durante la preparazione.
Il termine sushi si riferisce allo stile di preparazione, non in modo particolare agli ingredienti con cui di fa. Alcuni più famosi sono: ebi (gambero cotto), hirame (sogliola), ikura (uova di salmone), kani (granchio), sake (salmone), tako (polpo), yari ika (calamaro).
Già nel post sul pesce vi avevo elencato le proprietà nutrizionali e i vantaggi che si riscontrano nel consumare il pesce, e oggi voglio riconfermarli: il sushi è un piatto leggero e digeribile, naturale e salutare, ricco di vitamine, proteine, minerali e omega3.  Possiamo dichiararlo un piatto completo con poche calorie. 
In post successivi vi elencherò nello specifico le proprietà degli ingredienti della cucina nipponica, aggiungendo qualche ricetta per cucinare insieme questi deliziosi piatti.
Domo arigatou!
:*



lunedì 3 marzo 2014

Quanto RISO!

Ciao cookers!
Oggi voglio parlarvi di un ingrediente che trovate spesso nelle mie ricette : il RISO.
Di origine asiatica, il riso è una pianta erbacea della famiglia delle graminacee, e si ritiene che le prime specie di riso siano apparse quindicimila anni fa alle pendici dell'Himalaya.
 
Il riso, prima di giungere sulle nostre tavole, deve far fronte a una serie di lavorazioni. 
Il riso viene raccolto tramite l'operazione della mietitura, e poi subito liberato dalle parti teguminali, che poi costituiranno la lolla. Deve poi subire le seguenti lavorazioni per essere reso commestibile: sbramatura, sbiancatura, e lucidatura. Successivamente può subire due operazioni facoltative, la sbiancatura e l'oliatura. Il riso che troviamo nei supermercati è quello brillato, cioè trattato con talco o glucosio.
Fra tutti i cereali, il riso è sicuramente quello più completo ed è anche quello più digeribile; inoltre non contiene glutine, quindi è adatto per i celiaci.
Tra le sue proprietà ricordiamo quella di essere particolarmente digeribile  e depurativo; è ricco di vitamina B e di sali minerali importanti, come magnesio, potassio, e ferro.
esistono comunque diversi tipi di riso, riconoscibili soprattutto per il colore.
Il riso integrale ha un colore naturale, ed è il più ricco di vitamine, minerali e fibre, quindi ideali per chi vuole dimagrire e mantenere un regime alimentare disintossicante. Il riso bianco è una varietà ricca di amido e vitamine del gruppo B, il che lo rende ottimo per ricostruire la flora batterica e calmare l'acidità. Il riso rosso è ricco di polifenoli e sali minerali, soprattutto il potassio; è da preferire in una dieta in cui si deve tenere sotto controllo il colesterolo, ma non si deve eccedere poiché può provare disturbi gastrointestinali. Il riso nero, conosciuto come riso Venere, ha proprietà antinfiammatore e antinvecchiamento; per la medicina tradizionale cinese è un rimedio contro l'ansia. Il riso parboiled è caratterizzato dal colore giallo: cotto tramite il vapore, riesce a conservare le proteine, le vitamine, e i sali minerali al suo interno; è ottimo per sportivi e diabetici.
Come per la pasta, 50g di riso valgono 3 punti.
E voi che riso utilizzate?  Eravate a conoscenza delle sue proprietà?
:*






domenica 2 marzo 2014

La Battaglia delle ARANCE

Ciao cookers!
Oggi voglio parlarvi del frutto protagonista di una tradizione carnevalesca di Ivrea, una cittadina nel torinese. Durante gli ultimi giorni di carnevale (da oggi fino a martedì) infatti si può assistere a una vera e propria battaglia dove le armi non sono altro che le ARANCE.
Questa tradizione ha inizio nel XIX secolo, quando però si lanciavano fagioli e lupini come segno di protesta contro il feudatario, che regalava in occasione del carnavale una pentola contenentente questi legumi. Dal XX secolo in poi la tradizione ha preso un significato storico simboleggiando la lotta contro la ricchezza della nobiltà, e le arance erano il frutto giusto per simulare il sangue dei combattenti.
La manifestazione odierna si svolge dividendo i partecipanti in diverse squadre, gli aranceri che devono affrontare le guardie che stanno sui carri, e si danno battaglia per tre pomeriggi, alla fine dei quali saranno elette le squadre che per strategia, tenacia, e lealtà, risulteranno le migliori.



Ma ora parliamo della protagonista di questo post, l'arancia.
L'arancia in realtà è un frutto ibrido originario della Cina derivante da pomelo e mandarino, ma da secoli la specie è diventata autonoma. Esistono due varietà di arance, le bionde e le pigmentate.
Pensate che quando gli Arabi portarono le arance in Sicilia, scoprirono che aggiunte a neve e zucchero di canna si dava vita a gustosi sorbetti.
L'arancia è costituita per l'85% da acqua, che le conferisce le sue proprietà drenanti, ed è fornte di sali minerali, fibre, e vitamine. I nutrizionisti indicano le arance come degli antiossidanti naturali, e sostengono che rendono più forte il sistema immunitario.
L'arancia viene utilizzata nella sua totalità: la scorza, che contiene acido citrico, può essere utilizzata per allontanare le zanzare o profumare il forno; i fiori simboleggiano la purezza e la fecondità, quindi sono particolarmente indicati nel giorno delle nozze; con la sua polpa si possono creare favolose insalate; il suo succo è usato per condire piatti dolci e salati.
Un'arancia vale 0,5 punti, come un bicchiere di spremuta.
Bene cookers, spero che questo viaggio fra tradizioni e curiosità vi sia piaciuto!
Siete mai andati al carnevale di Ivrea? Vi piacciono le arance? Le usate anche per ricetta salate? Lasciatemi i vostri commenti!
:*